Nuovo appuntamento con “Zona Scuola Calcio, pensieri sul Settore Giovanile”. Come avevamo preannunciato la scorsa settimana, torniamo quest’oggi con un’intervista a Ciro Blando, navigato dirigente del calcio campano, che è ritornato nel mondo del calcio e sembra sempre più improntato sulla crescita delle giovani leve calcistiche. Tra settore giovanile, scuole calcio, Eccellenza e altre considerazioni, il dirigente di Torre Annunziata ci ha rilasciato alcune dichiarazioni.
“Io reputo il settore giovanile di vitale importanza. Se ne parla tanto tra i professionisti, ma per i dilettanti potrebbe rivelarsi come ossigeno, specialmente se ben programmato” .
Esordisce Blando, che prosegue parlando di alcune realtà del territorio:“Ci sono squadre importanti che non hanno il settore giovanile. Faccio solo qualche esempio con le prime che mi vengono in mente. Il Savoia, non per colpa loro, ma perchè sono partiti in ritardo, ha solo la juniores e non hanno settore giovanile. Il San Marzano ha solo juniores perchè è obbligatoria, così come pure l’Angri e Scafatese. Per me così si buttano i soldi. Un tempo la Scafatese aveva un bel settore giovanile. L’appello che faccio a tutti i presidenti è quello di programmare partendo dal basso e verso l’alto. Ogni presidente ha un’azienda e deve essere curata come tale, sviluppando un settore giovanile, che può far bene per il futuro, crescendo un proprio ragazzo che magari avrà prospettive future”.
Blando rivela di seguire ‘Palloni Sgonfiati’, la nostra trasmissione del giovedì sera: “Ieri sentivo la vostra trasmissione, in cui Squillante diceva che c’erano alcuni calciatori che possono andare in tilt nei play off dopo una stagione lunga. Se accade, alle spalle non c’è nessuno per sostituirli, ma faccio riferimento ai giovani. Non c’è niente. Per i grandi, invece, basta figurine, si può vincere anche con i giovani”.
Spazio anche alla scuola calcio, un passaggio importante nella formazione calcistica: “Potrebbe fare tanto o potrebbe fare niente. In questo ambito devono saper lavorare col bambino, col ragazzo, senza pensare a lucrare. Si deve fare appassionare attraverso il divertimento, poi crescendo ci sarà l’apprendimento. Inoltre, vorrei che le rette fossero più abbordabili per tutti, per la vita di oggi. Molti lavorano male e fanno pagare pure i viaggi per i provini alle famiglie dei ragazzi, oltre ai vari tornei fuori regione. Un business grandissimo. Chiaramente non tutti sono così, ci sono delle scuola calcio che sanno come comportarsi, prima da educatori e poi da sportivi”.
Gli under, un altro argomento dell’intervista: “Gli under nel calcio? Spesso spariscono dall’anagrafica dei calciatori. Inizialmente farei un’uniformità di under per tutte le regioni. Non voglio tutti over, sia chiaro, anzi, io direi di fare metà under e metà over, così invogli anche a sviluppare un vero e proprio settore giovanile. Sto da tanti anni nel calcio, come me anche Alberico Turi, io vengo appellato come rimbambito e il direttore come burbero, ma è solo apparenza. Noi vecchietti serviamo ancora e diamo tanti consigli che possono servire. Spero che i presidenti ascoltino e puntino su di un settore giovanile, che magari inizialmente sarà dispendioso, ma col tempo può dare tante soddisfazioni”.
In conclusione, si parla della nuova stagione: “Ho parlato con alcune società, ma il mio lavoro sarà solo ed esclusivamente improntato sul settore giovanile. Non voglio fare nomi, anche di ragazzi che ho visionato, oltre agli allenatori, tutti molto bravi e promettenti, con margini di miglioramento”.