Una chiacchierata con Eugenio Galasso. Esperto dirigente sportivo di Torre Annunziata, che nel suo curriculum vanta esperienze significative tra i professionisti con Turris e Paganese, ma anche Casertana e Savoia, per citarne alcune. Con Galasso abbiamo parlato della stagione chiusa e del futuro, centrando il focus sul ruolo del team manager.
“A Pompei c’è stata una stagione iniziata con tanta voglia e passione. Era la prima volta per la società che tornava a proporre calcio in città, con obiettivi importanti, ma ha pagato il dazio della prima stagione. Ad Altamura, invece, è stato un campionato durissimo in un girone difficile. Sono stato chiamato da Ginestra per portare un po’ di ordine dove c’era tanta confusione, bisognava coordinare il lavoro. Esperienza che mi ha formato tanto”. – Queste le parole di Galasso, che ha parlato della sua ultima stagione, divisa tra Pompei prima e Altamura poi.
Il ruolo del team manager e sul futuro:
“Ho avuto qualche chiacchierata con società tra professionisti e dilettanti, ma non ci sono state possibilità per andare avanti. Questo non solo per un discorso economico, ma anche a causa di personaggi che gravitano intorno a questi ambienti e che sminuiscono i vari ruoli dirigenziali. Come team managar un po’ più datati abbiamo fatto varie lotte per riconoscere questo ruolo, la Federazione deve intervenire, altirmenti il primo scappato di casa può fregiarsi di tale titolo”.
Galasso prosegue:
“Sei anni fa in una riunione a Firenze abbiamo fatto richiesta di avere un riconoscimento in tal senso, sono nati dei piccoli corsi come dirigente sportivo, ma non proprio come team manager. Oltre alla federazione, ci sono delle persone che per pochi spiccioli vanno a ricoprire un ruolo importante come quello del team manager. Un collante importantissimo tra societa e calciatori. Non è l’abito con lo scudetto che ti metti in petto ca farti team manager, ma dentro l’abito serve professionalità e passione per quello che si fa. Tutto questo, da parte della società va pagato il dovuto.
Fare il mio ruolo sta diventando un problema, mettono sempre gli amici o i parenti, che poi fanno danni. Questi ruoli a fine campionato possono portarti punti in più, a livello di tranquillità dell’ambiente. Non si possono fare squadre importanti senza una struttura societaria adeguata. Futuro? Ora resto in attesa di una società che ambisca ad avere persone preparate”.
La chiosa parlando del calcio campano:
“Nel calcio campano c’è tanta confusione, ma chi dovrebbe vigilare ad oggi non ha dato nessun riscontro, in rispetto anche ai tifosi e ai pochi presidenti che investono veramente in Campania”.