Non c’è gioia più grande per un tifoso che vedere la propria squadra trionfare in terra avversa. Magari a centinaia di chilometri di distanza dalla propria terra d’origine. Quello scoglio dal quale un giovane meridionale è spesso costretto a divincolarsi a causa del lavoro, cercato e trovato altrove. Proprio come è successo ieri pomeriggio al Comunale di Arezzo, dove il Pomigliano (che ha battuto i ragazzi di Mezzanotti per 2-0 nella semifinale di andata di Coppa Italia serie D) è tornato a giocare (si fa per dire) sotto gli occhi raggianti di nostalgia di tre giovani pomiglianesi “emigrati” altrove per motivi di lavoro e studio. Vincenzo Cuccurullo, Paolo Passaro e Luigi Guerriero, tre giovani pomiglianesi doc trasferitisi da qualche tempo a questa parte nel settentrione d’Italia, alla notizia del Pomigliano di scena ad Arezzo non si son persi d’animo e si sono catapultati nel catino aretino per sostenere i colori della loro terra natia.
E’ stata una grande emozione per noi e abbiamo assistito ad una grande prova di tifo ‚Äì ci tengono a ribadire via etere a chi li ha riconosciuti sugli schermi di Raisport1. L’incontro più bello quello con glia altri concittadini di fede granata partiti dalla città delle fabbriche alla volta di Arezzo per un solo motivo: sostenere la causa granata.
CRONISTORIA – La gara ha inizio, i ragazzi di mister Seno giocano e creano palle gol: nella ripresa il rosso sventolato al difensore Festa rovina i piani, ma poi ci pensa Suriano dal dischetto a mandare in estasi i ragazzi di fede pomiglianese al seguito di De Rosa e company. Apoteosi sugli spalti. Si canta, si soffre in compagnia mentre sventolano le due scritte della Vecchia Brigata 07: “Enzo Vive, ciao Pako”; il Pomi fa scudo in difesa e in contropiede chiude i giochi con Romano, che corre a raccogliere l’abbraccio dei suoi compagni e conterranei. L’arbitro fischia la fine del match, il Pomi mette una seria ipoteca sull’approdo in finale (anche se c’è la gara di ritorno da giocare a porte chiuse). A fine gara i tifosi di casa ci hanno applaudito ‚Äì ci tiene a ribadire Vincenzo, lui che prima del match ha riesumato dai cassetti le sciarpe delle tante trasferte a sostegno della squadra, per valli petrose e balzi dirotti sparsi per la quarta serie meridionale. Da Pisticci a Ostuni, da Gaeta a Fracavilla Fontana passando per Casarano e Venosa. Cos√¨ come Paolo, frequentatore assiduo del Gobbato durante i suoi rientri alla casa madre. Sotto il solleone divampante cos√¨ come nei rigidi pomeriggi d’inverno: alla faccia delle pay per view che trasmettono il calcio più famoso c’è lo spot Altro che serie A, io tifo per la mia città. La famiglia è la patria del cuore ‚Äì scriveva il Mazzini. E la loro famiglia, in questo caso, veste granata. Salvatore Alligrande