Napoli. Il Bufalo Szeszurak strizza l’occhio: “Sogno di allenarti, sei la patria di Maradona”

Guillermo Bufalo Szeszurak entra nell’orbita dell’Europa e in particolare dell’Italia. Il tecnico argentino 47enne, infatti, assistito dal procuratore sportivo Alessio Sundas, non nasconde la volontà di approdare nel vecchio continente.

Szeazurak è tecnico esperto che ha maturato la sua carriera nella Serie A argentina è pronto a lasciare la patria del D10S per approdare in Europa: “Mi piacerebbe tantissimo allenatore in Italia, perchè amo l’Italia. Anche la Spagna è un grande paese dove il calcio è vissuto appieno e ad un livello altissimo. Potrei adattarmi facilmente al gioco anche di altri paesi come l’Inghilterra, Portogallo perchè noi argentini riusciamo facilmente ad adattarci al calcio europeo. Però, la mia preferenza sarebbe l’Italia o la Spagna, sarebbe un grande traguardo per me”.

Calcio europeo negli obiettivi di Szeszurak, ma in particolare c’è una città a cui aspira con fermezza: “In Italia mi piacerebbe allenare ovunque, come ho detto amo l’Italia e il calcio italiano, però non posso negare che un pezzo di cuore preferirebbe Napoli, la casa di Maradona, o anche Sorrento che è l√¨ vicino. Però non mi spiacerebbero neanche piazze come Inter, MIlan, la Serie B. L’Italia per noi è un Paradiso e vogliamo lavorare l√¨”.

E proprio in merito al Pibe: “Stare vicino a Maradona è speciale, Maradona è il calcio propriamente detto, è il pallone, è tutto. Per noi è l’idolo massimo, lo guardiamo e apprendiamo da lui, è un quaderno aperto. Ho avuto l’occasione di lavorare con lui in due volte e ho appreso tantissimo. Mi sento un privilegiato perchè ho avuto l’opportunità di lavorare con la stella massima dell’Argentina”.

Un passo indietro per tornare a parlare del calcio europeo e della differenza con il calcio sudamericano, in particolare quello albiceleste: “Il calcio in Europa sta diventando il migliore del mondo, arrivano l√¨ calciatori di tutti i paesi e il livello è altissimo. L’Argentina è un paese fucina di calciatori, talenti che però ben presto lasciano tutto per andare a giocare in Europa. C’è più eleganza, la velocità è differente. Il gioco qui è un po’ più brutto, un po’ più forte, mentre in Europa si gioca ad un altro ritmo e ogni fine settimana ci piace fermarci a guardare le partite dei campionati europei. La differenza è chiara, palese. Italia, Spagna, Inghilterra il livello è altissimo. Differenze che si vedono nel controllo del pallone, l’istinto che caratterizza il calcio argentino. Ovviamente c’è anche un aspetto economico che è differente, qui in Argentina il calcio non è ricco come negli altri paesi che ho citato”.

Il tecnico predilige un gioco che si basa sul 4-2-3-1, modulo molto visto in Europa e che in Italia ha avuto come massimo esponente, seppur non con risultati ottimali, Rafa Benitez sia a Napoli dove ha portato a casa una Coppa Italia e una Supercoppa sia con l’Inter dove ha conquistato il Mondiale per Club: “Un giocate che a me piace è quello molto rapido, gli esterni devono essere veloci, capaci di arrivare al gol con facilità e deve essere bravo nella fase difensiva, pressare alto, recuperare la palla con velocità. E’ un po’ il gioco che fa Simeone all’Atletico Madrid. A noi piace molto il gioco costante, senza soste. Poi quando si fa un recupero nella propria zona del campo, deve riuscire a giocare bene di sponda e andare a passare la palla al regista che può impostare nel migliore dei modi. E’ molto importante avere la pressione alta in fase di non possesso ma soprattutto riuscire a trovare gli spazi per andare facilmente in gol”.

Francesco Manetti