Una stagione iniziata in quinta, quella di Marek Hamsik, ormai Marekiaro, per il popolo napoletano che lo ha erto a suo idolo e capitano (con Cannavaro non sempre nell’undici di base): 4 gol in 4 giornate di campionato, ergo, 4 reti nelle prime due partite. Poi l’apparizione con l’Atalanta e due gare in chiaroscuro con Dortmund e Milan.
Hamsik è ora in terza, ma criticare dopo 5 vittorie di fila (includiamo anche l’orgasmica notte del San Paolo) sembra quanto meno un ossimoro. La realtà dei fatti è che, dopo gli exploit con Bologna e Chievo (dove Marekiaro ha letteralmente trascinato alla vittoria i suoi), gli impegni nazionali con la sua Slovacchia e l’esenzione quasi totale dal turnover di Don Rafè, ne hanno fortemente limitato le prestazioni. Inoltre, parliamoci chiaro, qualsiasi compagine si accinga ad affrontare il Napoli organizza sistematicamente la cosiddetta “gabbia” intorno a lui per limitarne inserimenti e sgroppate, costringendolo ad arretrare il suo raggio d’azione.
Ma il “Real” Napoli, per quanto veda nel “17” il suo uomo di spicco sotto ogni punto di vista, non è per fortuna Hamsik-dipendente e, grazie ad una rosa completa in tutti i reparti e ad un Higuain in formissima, sta sopperendo a questo suo breve periodo di assenza con una ricerca di gioco totale, che coinvolge tutti gli uomini dalla cintola in su (e talvolta pure terzini ed uno di centrali, preferibilmente il regista basso Raul Albiol). Dopo un calendario fitto di impegni ravvicinati, poi, gli azzurri hanno finalmente tempo per far respirare chi più ne ha bisogno: domani il San Paolo ospiterà il Sassuolo fresco di 0-7 interno con la mazzarriana Inter, non proprio un esame probante. Inutile cadere nella retorica: l’insidia è dietro l’angolo e distrarsi in A, anche contro i modesti neroverdi, può essere suicida. Ma conosciamo il Napoli, il grande Napoli international e questi dogmi, l’ABC del vincente, sono belli che assodati. Nel frattempo aspettiamo il miglior Marekiaro, lo slovacco napulitano.