Pietro Mennea era la “Freccia del Sud”. Medaglia d’oro olimpica a Mosca ‘8O nei 200 metri. Un anno prima sempre nei 200 metri piani conquista la vetta del mondo a Città del Messico. Si ritirò dallo sport attivo nel 1988 dopo aver partecipato alla quinta Olimpiade di Seoul. Fece l’avvocato e il dottore commercialista. Vinse nello sport e nella vita.
Mennea è morto 10 anni fa per un tumore. Aveva appena 6o anni. Il grande atleta,nato a Barletta,è stato ricordato a Napoli, alla Sala Filangieri dell’Archivio dello Stato. Ne hanno parlato Franco Fava (ex campione di Atletica leggera, poi giornalista), Giorgio Lo Giudice, Fausto Narducci della Gazzetta dello Sport, Valerio Caprara, scrittore, la vedova Manuela Olivieri e l’ex pugile di Poggioreale Oliva. Ha moderato Coppola della RAI.
Nell’occasione è stato presentato il suo libro, uscito dopo la sua morte: “Monaco 1972”,questo il titolo. Il 1972 era l’anno delle Olimpiadi. Verranno ricordate per l’attacco terroristico di 8 palestinesi nel Villaggio degli atleti israeliani. Una strage. Mennea racconta tutto nel libro. Il campione olimpico scrisse anche altri libri, uno su tutti: “La grande corsa”, una biografia in collaborazione di Francesco Valitutti. Racconta la carriera di un atleta italiano detentore di vari record.