”Se la legge sugli stadi venisse approvata saremmo tutti molto contenti. Vediamo se riescono ad arrivarci dal basso tramite un lavoro che passa dalle camere. In alternativa il governo, che ha sempre manifestato una grandissima sensibilità, deve farsi carico del problema”. Lo afferma Giovanni Malagò, presidente del Coni, al termine della Giunta. ”Ne abbiamo parlato anche oggi con Franco Carraro, che ha ricordato l’esperienza della passata legislatura: è durata 5 anni ed è finita come è finita…”, sottolinea il n.1 dello sport italiano alludendo al disegno di legge sugli stadi mai approvato dal vecchio parlamento. Malagò si sofferma anche sui casi del velodromo Vigorelli di Milano e dello stadio Flaminio di Roma.
”Parlare di una situazione di degrado per il Vigorelli è riduttivo. So che per la prima volta dopo tanti anni il Comune di Milano ha stanziato dei fondi per un’operazione di ristrutturazione che permetterebbe all’impianto di vivere di luce propria. Si parla di circa 17 milioni di euro ma il progetto è stato bloccato dai Beni Culturali: se salta, il Vigorelli lo lasciamo solo come un monumento e questi soldi non si sa dove vanno a finire e questo mi terrorizza. So che il Comune di Milano ha fatto ricorso al Tar. Il Vigorelli -aggiunge- non può essere solo cemento e crepe, è autolesionismo più totale”.
Poi sullo stadio Flaminio, sul quale sta lavorando l’assessore Luca Pancalli per farne la nuova casa del calcio, Malagò dice: ”Ho detto a Pancalli di andare avanti, se qualcuno mette bocca e ferma questa ipotesi progettuale siamo spacciati. Serve buonsenso, mi sembra un’eccellente opportunità. Il dossier è sul tavolo di Abete (il presidente della Figc, ndr) e io sono a sua disposizione”.