Mister Giovanni Durazzo: “È sempre un’emozione tornare al Comunale per vedere i colori per cui ho dato l’anima”

Giovanni Durazzo, l’allenatore che nella scorsa stagione ha dominato e stravinto il girone b del campionato di Promozione con il Santa Maria la Carità è in attesa della chiamata giusta. con lui abbiamo fatto il punto sui due gironi di eccellenza e sul momento del Santa Maria la Carità.

Mister quanto è stato difficile per lei stare fermo in questa prima parte di stagione, dopo aver stravinto il campionato di Promozione nella scorsa annata con il Santa Maria la Carità?

Per un allenatore come me che è abituato a lavorare sul campo e a stare con i ragazzi, che ha tanta voglia di trasportare il proprio pensiero calcistico è stato insopportabile stare fermo soprattutto dopo aver vinto un campionato del genere frutto di una programmazione triennale in un ambiente che per la prima volta si affacciava in questa categoria importante.

È stato difficilissimo però purtroppo se non arriva la chiamata soddisfacente, giusta che va ad appagare diverse emozioni, sono del parere che bisogna resistere e aspettare perché una persona che dedica tutto il tempo   a questo sport ha bisogno del progetto giusto da parte di persone perbene.

Qual è stato secondo lei l’ingrediente giusto per la cavalcata della scorsa annata? Quali i punti di forza di quel gruppo?

L’ingrediente della scorsa stagione, che ci ha visto trionfare a sei partite dalla fine con ventuno punti di vantaggio, è stato il lavoro di crescita di un gruppo che nasce quattro anni prima, compreso l’anno covid.

Anno dopo anno sono stati inseriti calciatori importanti fino ad arrivare all’anno scorso in cui si è venuto a creare un equilibrio al di fuori del normale tra calciatori, che sono i veri interpreti, società che non ci ha fatto mancare niente e che ha dato quella sicurezza fondamentale per raggiungere gli obiettivi e uno staff dedito al lavoro che aveva voglia di trasmettere il sapere ai calciatori.

L’abbiamo beccata al Comunale di Santa Maria la Carità nella gara con la Sarnese, sta seguendo la squadra per la quale ha scritto un pezzo di storia importantissimo? Che impressione vi siete fatto e Come si è lasciato con la società di patron D’Oriano?

A Santa Maria la Carità mi sento a casa, quando posso la prima cosa che faccio è tornare nello stadio in cui ho lavorato per quattro anni, è sempre un’emozione tornare al Comunale per vedere i colori per cui ho dato l’anima.

Sono stato a vedere Santa Maria la Carità- Sarnese, non ho avuto una brutta impressione del Santa Maria la Carità perché comunque è una squadra nuova, assettata nel mese di agosto e le difficolta avute in questa prima parte di campionato ci possono stare.

È un organico composto da giovani bravi, arrembanti che hanno dimostrato di dare filo da torcere, nonostante alcuni risultati non siano stati dei migliori hanno avuto sempre il ritmo elevato, cosa fondamentale in questa categoria, credo che il Santa Maria la Carità, guidata da un tecnico di categoria superiore sicuramente raggiungerà l’obiettivo prefissato.

Con il presidente D’Oriano c’è un rapporto magnifico, mi ha fatto sentire ancor più a casa mia quando sono tornato al Comunale, sono contento di averlo conosciuto e rivisto.

Nel girone b di eccellenza la Sarnese ha allungato sulle inseguitrici ma c’è una forte concorrenza nei piani alti della classifica. Campionato chiuso o c’è da aspettarsi qualche sorpresa in vetta?

Ho notato un equilibrio particolare che per quanto riguarda questa prima fase ha lasciato intendere che non c’è un padrone assoluto, lo si è visto anche dagli alti e bassi della Sarnese anche se con il cambio di allenatore ha ritrovato un equilibrio di risultati e credo che per la qualità dei calciatori vincerà questo campionato.

Tra le inseguitrici la Scafatese per la piazza blasonata che è con qualche altro calciatore potrà dare fastidio, Castel San Giorgio e Costa D’Amalfi sono squadre che stanno facendo bene e sono difficili da affrontare, l’Agropoli nonostante sia partita in ritardo man mano è venuta fuori grazie al lavoro della proprietà e ad una grande guida tecnica.

Nel girone A ha avuto modo di vedere qualche partita? Sono state allestite delle corazzate che nulla hanno a che vedere con l’eccellenza, prime tre piazze con Acerrana, Pompei e Nola, chi avrà la meglio secondo lei?

Il girone A di eccellenza mi ricorda il campionato che feci con il Pimonte anni fa con squadre dal blasone di Savoia, Afragolese, Giugliano, Ercolanese.

Nella parte iniziale di questo campionato si è visto un equilibrio particolare con l’accento unico dell’Acerrana che ha saputo mantenere una continuità di risultati, vedo una corsa a due a lungo andare, questa importanza e antagonismo tra piazze calcistiche che stanno dimostrando di sfoggiare i migliori talenti della categoria e forse anche in D è dovuto alla presenza di squadre come il Nola a ridosso della vetta che ha fatto acquisti importanti, senza dimenticare Albanova e Afragolese.

Il Pompei, sembra che abbia iniziato una fase di equilibrio anche se viene penalizzato dalle dimensioni del suo stadio, i calciatori sono molto tecnici e trovano delle difficoltà, la vittoria sull’Acerrana nell’ultimo turno ha riportato entusiasmo.

Le chiamate sicuramente non sono mancate, sta aspettando quella giusta, quella che le fa tornare di nuovo la voglia di tornare in panca?

Fino ad adesso ci sono state molte chiamate a cui ho risposto ringraziando per l’interesse, sono lusingato e grato ma ho bisogno di quell’adrenalina che mi permetta di dare tutto me stesso.