Ferrieri Caputi, la Saviano fuori dal coro: “Inadeguata, ma no al sessismo”

Son passati diversi giorni dalla serata di Coppa Italia Napoli-Cremonese e sembra passato in cavalleria il post-gara con allegati i commenti sessisti nei confronti della terna arbitrale capeggiata da Maria Sole Ferrieri Caputi.

“Vai a cucinare”, “Solo in cucina puoi stare”, “Vai a lavare i friarielli” – e tante altre sono state le frasi offensive nei confronti del fischietto livornese.

La nostra redazione ha chiesto un parere all’ex calciatrice e attualmente allenatrice Maddalena Saviano, che esce dal coro della difesa a spada tratta dell’arbitra. “Io ho un pensiero un po’ particolare -spiega- nel senso, ti porto un esempio: c’è stata una donna che ha arbitrato ai Mondiali di Quatar ,parliamo della massima competizione del calcio dove per la prima volta un arbitro con una terna tutta al femminile hanno gestito delle partite.

Vedendo quelle gare, l’arbitro e stata brava anche a tenere testa fisicamente ai calciatori uomini. Nel caso della ragazza Livornese,io ho visto entrambe le sue direzioni ,sia quelle del napoli che nella gara di campionato con la Salernitana la Ferreri stava sempre fisicamente dietro ai calciatori e nella gara di Coppa sono stati fatti errori abbastanza pesanti. Io penso che per pensare a un cambiamento bisogna saper dire apertamente che forse la ragazza a 32 anni con poca gavetta alle spalle non era pronta e non è pronta per stare su certi palcoscenici.

Certo, terna arbitrale tutta al femminile in diretta su canale 5 in prima serata, fa il suo effetto ma poi devi dimostrare di essere in grado di saper gestire quella pressione. Ci sarà un motivo se e passata da essere la prima donna in serie a e poi le è stata assegnata una gara di Coppa che sulla carta sarebbe dovuta essere di facile gestione. Detto questo,il calcio e un ambiente malato,da parte degli addetti ai lavori fino ai tifosi da bar. Gli uomini arbitri vengono definiti cornuti e corrotti nella migliore delle ipotesi, con la stessa cattiveria si consiglia a una donna di restare tra le padelle a casa. Fa parte del gioco .

Non si può pretendere che se sbaglia non le venga detto niente né fatte battute che sono riservate cmq anche agli uomini,solo perché donna. I colleghi uomini sopportano le stesse cose ,le stesse cattiverie (nelle massima competizione ma non dimentichiamo i giovani che vanno ogni domenica sui campi di periferia). La ragazza dovrà dimostrare ,così come tanti colleghi uomini e donne che merita determinati palcoscenici riscattandosi”.

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