Tra indipendenza e nazionalismo passando per Cruyff, la Nazionale Catalana

Che la Catalogna sia da sempre ben poco avvezza alla corona dei Borbone, quella che governa la Spagna, è di fatto ormai cosa assai nota. Fervente nazionalismo quello che si respira nelle lande Catalane, in particolare a Barcellona. Perchè se Madrid è la capitale del Regno, Barcellona è la capitale tacita di questa nazione a sè. Nazione però la Catalogna non lo è, almeno non secondo gli atti. Allora via a delle vere e proprie crociate e rivoluzioni, tentate ed insperate per sovvertire le carte in tavola. I risultati sono assai scontati è sotto gli occhi di tutti, la Catalogna resta confinata alle sue convinzioni, sottoposta al Regio Dominio. A nulla valgono allora la grande estensione territoriale, la propria bandiera “La Estelada”, di un proprio inno “Els Segators” e di una lingua “Il català”o anche il più conosciuto “catalano”. I catalani restano però inamovibili, loro sono una nazione a parte. Come tale esiste anche una propria Nazione, la selezione Catalana. Andiamo allora a scoprire segreti e progenie di questa atipica selezione internazionale.

La Selecciò Català come è meglio conosciuta ai più, specialmente catalani, è salita alla ribalta negli ultimi anni sull’onda dei disordini e dei referendum per l’abrogazione dell’Indipendenza della Nazione stessa. Eppure vanta alle sue spalle ben 200 gare internazionali, oltre a 120 anni quasi di vita. Nata infatti a settembre 1904, è una delle Nazionali non riconosciute da Fifa e UEFA più  longeve della storia. Come si accennava poco fa difatti, la Nazionale non è riconosciuta tale proprio perchè non appartenente a nessuna Nazione reale.  Starete pensando che questa selezione sia affiliata alla CONIFA, l’organo parallelo alla FIFA ma per le Nazioni da essa non riconosciute. Bene, nulla di più sbagliato. La Selezione Catalana non è inquadrata in nessuna organizzazione, libera da oppressioni di tipo alcuno. Eppure ha una discreta bacheca, seppur impolverata dai troppi anni senza trofei. Come può una nazionale libera aver vinto trofei, presto spiegato.

Per farlo bisogna tornare ai primi dello scorso Secolo, la Catalogna esiste come nazionale calcistica da ormai 10 anni. Ha sporadicamente disputato amichevoli in una finestra di tradizione, quella della Uva per Capodanno e Re Magi. L’esordio è avvenuto proprio in una di queste gare amichevoli, contro la Francia che però domina senza storia per 7-0. Per passare alla prima gara competitiva non ufficiale, bisogna avanzare fino al 1914 quando per ordine di Alfonso di Borbone principe delle Asturie, si giocò la prima edizione della Copa del Principe de Asturias. Gare tutte a Madrid, sfidanti la Catalogna, la selezione di Nord e Centro della Spagna. I risultati sono subito strabilianti in termini di pubblico, la prima edizione è assai seguita. La Catalogna parte battendo il Centro con le reti di Paulino Alcantarà e di Bayò, a rispondere alla rete di Renè Petit. Cade però circa 60 minuti più tardi contro il Nord poi vincitore , unica rete di Legarreta. Meglio va l’anno seguente, partecipano solo Centro e Catalogna che si impone ai rigori 3-6 e al ritorno basta il pari per vincere la prima competizione. Dopo un terzo posto, la competizione si ferma per gli eventi bellici ma torna sotto forma di campionato nella stagione 1920/21 con sette partecipanti, competizione ovviamente non riconosciuta. La Catalogna chiude terza, ma si afferma nelle tre successive edizioni consecutive.

Gli altri due trionfi vengono dalla stessa competizione, ma stavolta oltre un secolo dopo. Si inventano, per riportare in auge la Nazionale un torneo amichevole dove invitano altre nazionali in prossimità di eventi quali Europei, Mondiali, Coppa d’Africa ecc. Gara secca, a partire dalla stagione 2009. Il 22 dicembre 2009 parte il trofeo Catalunya Internacional, ospite della nazionale Catalana l’Argentina, sede il Camp Nou di Barcellona. Inizio clamoroso, per nazione invitata e per sede scelta la federazione Catalana aveva fatto il  colpo grosso. Davanti a 53.000 tifosi la Catalogna vince a sorpresa 4-2. Non state sognando, il tabellino mette ancor più la pelle d’oca. A segno per la nazionale vincitrice vanno S.Garcia delle giovanili Blaugrana così come  Bojan che di lì a poco arriverà a sbocciare per poco in Italia, Sergio Busquets e Hurtado ex Real Madrid. Per la bastonata nazionale di Maradona, che attenzione aveva messo in campo il miglior undici possibile ma senza Messi, vanno a segno Pastore e Di Maria. La stagione seguente arriva l’Honduras che si preparava alla Gold Cup , a segno Corominas, Bojan con una doppietta e S.Garcia ed è secondo successo di fila. La gloria non arriverà più ma i Catalani si toglieranno lo sfizio di aver giocato con Tunisia, Nigeria e Capoverde. La competizione viene poi soppressa nel 2016.

Se vi sembra che questa sia una squadra di pura fantasia vi sbagliate. Pensate che, per far rinascere al meglio la selezione viene chiamato un certo Johann Cruyff. Ora immaginate di essere l’uomo che ha cambiato il calcio, allenate i giovani del Barcellona nella gloriosa Masia è avete vinto tutto, plasmando il Barcellona che diventerà la dominatrice assoluta per anni. Vi arriva l’offerta di questa nazionale che non può nemmeno giocare amichevoli ufficiali, voi che avreste risposto. No, perchè l’anarchico per eccellenza, uno che il calcio lo ha visto 10 secondi per poi pensare “Qui si fa così” risponde sì. La prende anche piuttosto seriamente e porta in nazionale con lui per affrontare amichevoli non riconosciute, i test match, contro Brasile, Argentina, Francia i calciatori catalani professionisti. Giusto qualche nome, questa nazionale ha goduto di questa formazione per anni.

In porta Kiko Casilla giovane meteora del Real mentre e post Casillas, oggi in B spagnola. Difesa capitale, Jordi Alba e Sergi Roberto dalla Masia con Gerard Piquè e Batra dal Barcellona di Guardiola. Centrocampo da far invidia alla nazionale, Busquets con Xavi e Iniesta in regia che potevano giocare nelle pause interazionali in quanto la Catalogna non esiste. In avanti esterni alti Bojan e Deulofeu con unica punta Soriano, altro ex cometa della Masia.

La Catalogna sta tornando in auge sempre più forte, l’ultima formazione in campo lo scorso novembre nella vittoria 6-0 alla Giamaica che si preparava alla Gold Cup vantava così.

Jordi Masip, ex Barcellona dove è recordman di panchine da riserva di Ter Stegen in particolare. Oscar Minigueza, semi titolare del Barcellona di Xavi, Marc Batra ex Inter e Dortmund tra le altre e oggi al Betis Sevilla., a chiudere il suo compagno di reparto e squadra Alex Moreno. I mediani sono tutti ex di spicco della Masia, troviamo Puig oggi ai LA Galaxy in USA, Oriol Romeu vicecapitano al Southpamton in Premier e Carles Alena che ha di recente raggiunto Puig a  Los Angles. In avanti spazio a Gerard Deulofeu, capitano e attualmente all’Udinese con Tello altro canterano Barcellona e oggi in USA anche lui. Esterni offensivi, Marc Cucurella, mister 70 milioni spesi dal Chelsea per portarlo in Sky Blues e il Mestierante Sergio Gomez, ex Sevilla.

Questa è la realtà non realtà internazionale della Catalogna, quando l’appartenenza e l’indipendenza sono davvero tutto.