Nella giornata di ieri, quasi al fotofinish, il nuovo Governo Draghi ha approvato i decreti che aprono la strada alla riforma dello sport. Addio, dunque, al vincolo sportivo. Ma entrerà in vigore tra cinque anni. Buone notizie per quel che riguarda i lavoratori sportivi. A partire dal luglio 2022 vedranno riconosciuti i contributi previdenziali per coloro che superano la soglia del no-tax, cioè per coloro che superano i 10mila euro annui.
Ai lavoratori sportivi, quindi, verrà riconosciuto un vero e proprio contratto di lavoro: prestazione occasionale o contratto di lavoro autonomo o subordinato.
Altro punto importante approvato nella riforma è l’istituzione dell’amatore dello sport, cioè una figura che ha diritto ad indennità e rimborsi in caso di trasferte. Il tetto massimo per l’esclusione dell’imposta Irpef è di 10mila euro.
Novità anche per le ASD e le SSD. Le società sportive potranno acquisire la personalità giuridica con maggiore semplicità e in particolare le SSD potranno assumere qualunque forma societaria riconosciuta dal Codice Civile. In ogni caso le società potranno comunque chiedere il riconoscimento di Ente del Terzo Settore, cioè enti no-profit) In questo senso, è stato introdotto il Registro Nazionale delle società sportive dilettantistiche. Un vero e proprio censimento ufficiale dei club sportivi. L’iscrizione è obbligatoria per ottenere il riconoscimento “ai fini sportivi”. Obbligatorio anche il rinnovo dell’iscrizione per la verifica del possesso e mantenimento dei requisiti.
Soddisfazione per l’ex Ministro dello Sport e delle politiche giovanili Vincenzo Spadafora, che definisce l’approvazione dei decreti come la strada per il cambiamento. Controcorrente, invece, il presidente della LND Cosimo Sibilia.
“Oggi il calcio di base ha ricevuto un altro duro colpo, come se non bastassero già gli effetti terribili della pandemia – il commento del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia – Con l’approvazione dei decreti di riforma dello sport, concepiti dal precedente esecutivo, vengono ancora una volta penalizzate le società dilettantistiche, a cominciare dall’abolizione del vincolo. Vorrei anche ricordare a chi gioisce per questa presunta rivoluzione che senza le ASD non esisterebbero neanche i lavoratori sportivi. E tutto ciò arriva mentre stiamo faticosamente creando le condizioni per far ripartire alcune delle nostre attività”.