La scorsa settimana si è chiusa la stagione del Real Rovigliano, che ha centrato ampiamente la salvezza nel campionato di Prima Categoria grazie al lavoro di mister Guglielmo Cuomo (alla sua prima esperienza, ndr) e dei suoi ragazzi.
Un obiettivo raggiunto tra tante difficoltà, in primis la lontananza dalla città di Torre Annunziata e dallo stadio Giraud, casa dei giallorossi. Il sodalizio oplontino ha affidato ai social il proprio pensiero al termine della stagione.
IL COMUNICATO
SIAMO SALVI. SENZA L’AIUTO DI NESSUNO MA SIAMO SALVI.
Con un frizzante 4 a 2 rifilato alla Pompeiana ed una salvezza conquistata già da 2 giornate si conclude anche questa stagione calcistica della Real Rovigliano. Probabilmente la più complicata e difficile di questi 10 anni di gestione.
Difficoltà non tanto sotto profilo calcistico, dove la squadra, ben allenata da Mister Cuomo, ha sempre dimostrato di poter raggiungere tranquillamente l’obiettivo della salvezza (e forse anche qualcosina in più) ma sul piano economico ed organizzativo.
Siamo la seconda squadra di Torre Annunziata. Abbiamo portato per anni, con orgoglio, il nome di Torre Annunziata e Rovigliano sui campi della Campania, ma quest’anno siamo stati completamente abbandonati da una città dove è diventato impossibile anche fare sport.
Una città dove vi è la totale mancanza di istituzioni e strutture. Dove regna anarchia e “pane e puparuoleria”.
Siamo stati totalmente abbandonati dal Comune di Torre Annunziata, dal quale ancora aspettiamo una risposta alla molteplici PEC trasmesse per l’utilizzo dello stadio Giraud.
Anzi ancora aspettiamo quella famosa risposta “… giusto il tempo che definiamo gli ultimi dettagli”, che ci fu preannunciata da un gentile e solerte responsabile dell’Amministrazione Comunale dopo che proprio quest’ultimo ci aveva riferito “per voi non ci sono problemi. Siete l’unica società con CARTE E CONTI IN REGOLA”.
Ed invece siamo stati costretti ad emigrare fuori dalla nostra città, a sobbarcarci spese e costi, economici ed organizzativi, di due campi, uno per gli allenamenti ed uno per le gare ufficiali.
Siamo stati riaccolti sul “Giacomo Leopardi” di Torre del Greco, dove l’amico Danilo si è messo a disposizione per trovarci un buco al fine di poterci allenare, ma giustamente, poiché chi tardi arriva male alloggia, ci siamo dovuti accontentare dei giorni ed orari rimasti: il lunedì e mercoledi, con conseguente necessità di effettuare un terzo allenamento su un altro campo, con ovvio dispendio economico, difficoltà logistiche e sacrifici da parte di dirigenti e calciatori.
Per le gare ufficiali, nonostante uno stadio Comunale che ha vissuto la serie B, per poter giocare le gara casalinghe di 1 categoria, siamo emigrati a Boscoreale, sul nuovissimo manto di gioco del Vittorio Pozzo. Anche qui però, nonostante la disponibilità dei gestori, ci siamo ovviamente dovuti accontentare “dei buchi” disponibili.
Senza contare che allontanandoci da casa, quei pochi amici che avevano cominciato a simpatizzare per la Real, hanno perso interesse ed entusiasmo nel seguire le nostre gesta.
Ma non è stato solo il “pubblico” ad abbandonarci. Anche l’imprenditoria Torrese ci ha lasciato soli con il nostro destino. Soltanto pochissime imprese locali (come lo storico pastificio Setaro) hanno abbracciato la nostra causa.
Per il resto siamo riusciti a portare a termine l’obiettivo solo grazie alle forze nostre e di alcuni imprenditori (non Torresi) affezionati alla causa giallorossa.
Nonostante tutto, anche quest’anno ci siamo riusciti.
Abbiamo mantenuto la categoria e lo abbiamo fatto a modo nostro, con i nostri principi: senza stipendi, senza rimborsi, senza “fenomeni”, ma soltanto con estrema passione, immensi sacrifici e tantissima dedizione.
SIAMO LA REAL ROVIGLIANO ma senza un aiuto concreto l’anno prossimo, ERAVAMO LA REAL ROVIGLIANO