Napoli ancora giù al San Paolo. Dopo il KO col Parma, infatti, i ragazzi di Benitez si confermano claudicanti tra le mura amiche. Questa volta ci scappa un pari, con un Udinese che definire in emergenza è forse poco, ma il punto di ieri sera è molto più “agro” che “dolce”. Il 3-3 maturato nei 90′ di gioco con i friulani è un pò la fotografia del Napoli di questa prima parte di stagione: bello ed emozionante quando attacca ( e, spesso, segna), insicuro e spesso impreparato quando c’è da difendersi. Ma limitare le “colpe” di una fase difensiva che non va al solo quartetto arretrato (per quanto a volte palesemente non all’altezza se non in Raul Albiol e Reina, ieri assente) è oltremodo banale. Molti tecnici, nei loro tèt-a-tèt col “mondo comune”, amano ripetere che “le partite si vincono a centrocampo”. Beh, se ieri non sono arrivati i tre punti, è forse perch√© quel fantomatico centrocampo, cuore dell’undici sia da un mero punto di vista morfologico che per l’importanza pratica di collante tra difesa ed attacco, non ha funzionato. Come spesso accaduto sino ad oggi, anche ieri sera la coppia di mediani si è ritrovata in inferiorità numerica. Quando c’è Behrami, soprattutto se questi è in forma, la sua vena guerriera maschera potenziali limiti interditivi, ma se l’ossigenato kosovaro di Svizzera ha da respirare (e scusate il gioco di parole), allora i mediani avversari (chiunque essi siano, o quasi) hanno sistematicamente vita facile. Inler non è palesemente in grado di assicurare ritmo e lucidità alle due fasi di gioco. L’ex Udinese è sicuramente un mediano da centrocampo a “3”, ossia necessita di due mezzali che si cimentino nel lavoro dinamico per consentirgli di fungere da direttore d’orchestra. Il gioco di Don Rafè, invece, necessita s√¨ di un direttore d’orchestra capace di lanciare ed aprire il campo (ed il più delle volte il buon Gokhan ci riesce) ma anche, e soprattutto, di un direttore veloce, rapido di gamba e di pensiero che, all’occorrenza, non disdegni di lasciare la bacchetta e “sporcarsi” nel lavoro d’interdizione. Certo, trovare un “4” capace di impersonare l’identikit di cui sopra è forse troppo difficile ed economicamente dispendioso, ma la realtà delle cose dice che, di questo passo, tenere per l’appunto proprio il passo delle prime della classe, sembra pura utopia. Con una stagione cos√¨ lunga e dispendiosa forse, ed usiamo sempre il “forse” sperando di errare, aver deciso di puntare sui soli tre svizzeri più Radosevic per la mediana è stato un errore. E mercoled√¨ c’è la partita più importante dell’anno (almeno fino ad ora). Riuscirà Don Raf√© a mantenere il suo aplomb più british che iberian? La sua coerenza ostinata avrà ragione? A gioved√¨ per i bilanci.
Qui Napoli. 3-3 con l’Udinese: note e bilanci di un pareggio amaro e chiarificatore
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