Non poteva essere la replica di Budapest, il mondiale Fukuoka 2023. Nè si poteva pensare che Cina e Australia continuassero a risentire degli stop per il Covid, dei lockdown. Non ci si aspettava che fosse il mondiale più veloce della storia, contanti record del mondo crollati, otto più uno eguagliato, quello di Meilutyte nei confronti di Benedetta Pilato nei 50 rana.
Eppure qualcosa in più dagli azzurri in vasca ci si aspettava. Un movimento, quello azzurro, che è arrivato non particolarmente pronto a questo mondiale. Vuoi gli infortuni, vuoi il pensiero a Parigi 2024, ma l’Italia ha dovuto tirare i conti e il sapore del mondiale appena concluso è agrodolce.
Nonostante il grande miracolo in acque libere, con l’argento nella 5km e l’oro nella staffetta 4×1550, Gregorio Paltrinieri non ha potuto rimettersi in gioco al 100% a causa di una condizione fisica che si è riaffacciata negli 800. L’ottavo posto, il ritiro dalla 1500, il ritorno in Italia anzitempo. Le ferite, però, sono solo cominciate con il capitano della nazionale del nuoto. Sì, perchè già nelle staffette e nelle prestazioni femminili, in vasca quantomeno, non si può essere pienamente soddisfatti.
Sara Franceschi arriva al primo mondiale in vasca lunga con una squalifica nella 4×200 mista che ha fatto malissimo, nonostante altre squalifiche come quella di Kaylee McKeown, riscattata dai 50 ai 200 dorso. Si migliora nella 4×100 mista nell’ultima giornata con un sesto posto, in una gara con tempi bassissimi.
Tanta confusione per Martina Carraro che è entrata in vasca nella 100 e nella 200 rana. Preparazione confusionaria, come ha ammesso la stessa ranista allenata da Fabio Scozzoli. Cento o duecento è stato il dubbio fino all’ultimo e la nuotatrice azzurra non ha conquistato la finale in nessuna delle due gare. Lisa Angiolini fa male nella 100 rana a causa di una gestione sbagliata. Troppo strappata la sua prestazione nei primi 50 che l’hanno fatta crollare nei secondi. Poi il riacutizzarsi di un problema alla spalla.
Tanta delusione per Margherita Panziera, non arrivata in ottime condizioni a causa dei problemi ai turbinati che l’hanno tenuta lontana per mesi dalla piscina. La preparazione ottimale non si è raggiunta e la dimostrazione arriva nei 200 dorso, sua gara in cui ha conquistato diverse medaglie. Non sue la 100 e la 50, ma sicuramente meglio negli anni passati.
Luci per Simona Quadarella, argento nella 1500 stile libero dietro a una inafferrabile Katie Ledecky e quarta nella 800 con davanti la padrona indiscussa del mezzofondo Ledecky, la cinese Binjii Li e l’australiana Arianna Titmus. Entrambe hanno siglato il miglior personale. Soddisfatta la romana dopo la delusione dall’assenza a Melbourne e dalla Coppa del Mondo in vasca corta.
Benedetta Pilato chiude quanto meglio poteva una stagione da dimenticare. La ranista tarantina viene beffata da Lily King nel tocco alla piastra dei 50m. Prende il bronzo che ha contornato con le lacrime di gioia per un ciclo che si chiude. Con lei, una grande Anita Bottazzo chiude al quinto posto alla prima uscita mondiale.
Altro faro nella notte Sofia Morini, che inizia a lavorare per diventare una figura stazionaria nello stile libero. Raggiunge la qualificazione dei 100 stile libero, nella semifinale in cui le grandi del mondo come Stembergeen, O’Callaghan, Haugey non si son risparmiate.
La ferita più profonda e quella che brucia di più è l’esclusione dalla staffetta 4×100 mista maschile, in cui il quartetto azzurro era detentrice del titolo mondiale. Un’esclusione figlia di grossi errori da parte di chi è stato in vasca, ma anche di chi ha schierato la squadra. Con Thomas Ceccon reduce da quatto gare in due giorni, le energie non son mancate, ma son state tenute strette per le finali del pomeriggio.
Manca un delfinista all’Italia ed è forse questo il più grande vuoto, ma non solo. Non la miglior formazione in vasca. Anche perchè Piero Codia ha nuotato al di sotto del suo personale. Lo stesso si può dire per Manuel Frigo. Una medaglia certamente alla portata guardando i tempi della finale, con gli USA che riprendono lo scettro e siglano il nuovo record dei campionati e la Cina quella continentale.
Se Ceccon non si dice felice per i risultati delle staffette, la 4×100 mista stile libero, per la mista mista e la mista maschile, non si può dire lo stesso per il mondiale individuale. Un oro, nei 50 delfino, un argento nei 100 dorso e un quinto posto nei 50 dorso. Nel dorso, però, non soddisfano allo stesso modo Lorenzo Mora e Matteo Restivo, quest’ultimo non al top.
Sorriso a metà per Nicolò Martinenghi argento nei 100 rana e fuori dal podio nella 50. Una prestazione non da Tete, quella dei 50m nonostante le buone speranze e le grandi ambizioni nella semifinale. Il ranista, infatti, si era sentito fuori forma nel riscaldamento e non è riuscito a dare il massimo nella prima gara fianco a fianco al nuovo campione del mondo Qin.
Migliora se stesso Luca De Tullio che non riesce a qualificarsi alle finali del mezzofondo, ma quanto meno migliora il suo personale, facendo ben sperare per un futuro prossimo, come Lorenzo Galossi. Non si può dire lo stesso del fratello Marco e di Matteo Ciampi entrambi esclusi già alle qualificazioni delle rispettive gare. E’ mancato tantissimo Lorenzo Zazzeri anche lui fuori forma a causa dei postumi da shock anafilattico. Ci ha provato Leonardo Deplano a non far sentire eccessivamente la sua assenza, con una grande semifinale, ma con una finale che non ha portato a medaglie.
Un arrabbiato Alessandro Miressi ha provato a trascinare la staffetta 4×100 stile libero maschile conquistando l’argento ma soprattutto portando da subito la squadra azzurra in prima posizione. Solo un grande ritorno in ultima frazione di Chalmers ha evitato l’oro per l’Italia.
Un solo oro dunque in questo mondiale di nuoto in vasca che porta l’Italia anche dietro la Lituania nel conteggio della medaglia più pregiata. Sei le medaglie totali del nuoto, 14 le totali. Resettare e ripartire è la parola d’ordine per cavalcare al meglio l’anno olimpico.