Calcio campano e titoli sportivi, il solito “cambiamento”

Il calcio campano scorre verso l’inizio delle ostilità. I gironi del prossimo campionato di Eccellenza sono stati ormai ufficializzati da circa una settimane e le riflessioni non sono certe terminate. Infatti, come ci si ricorda, Savoia e Real Aversa sono state inserite entrambe nel girone A, quello casertano-napoletano, destando lo stupore di molti, anche noi stessi di Sport Campania.

La motivazione è semplice. Come abbiamo già sottolineato, le due squadre, seppur geograficamente nella zona interessata dal raggruppamento A, non avrebbero dovuto stare insieme. Questo in virtù del fatto che hanno la stessa proprietà o amministrazione. Almeno, da ciò che sbandiera la Casa Reale Holding, contrariamente a ciò che sembrerebbe dalle carte in Federazione.

Ma questa non è la sola anomalia, o meglio, curiosità di questo campionato ancora in procinto di iniziare. C’è da riflettere sul numero di squadre che tra Eccellenza e Promozione hanno cambiato destinazione. Quante fiduciose hanno richiesto il ripescaggio, perdendo soldi nella speranza di un salto di categoria. Tredici, circa.

A questo conteggio bisogna aggiungere quelle che in Prima Categoria hanno acquisito il titolo sportivo di serie superiore, quindi Sapri, San Valentino Torio, Ebolitana e Battipagliese. Senza dimenticare il nuovo Casalnuovo, figlio di un viaggio internapoletano.

Andiamo con ordine, giusto per ricordare i passaggi del valzer 2023. L’Afragolese di Raffaele Niutta era vicino a Frattamaggiore, ma poi si è spostato ad Acerra, dove già era presente un’altra squadra. Allora Niutta ha lasciato il titolo a Stompatato, che da Acerra ha sondato Pomigliano e poi si è accasato a Casalnuovo.

In Eccellenza: il Montecalcio è rimasto nel primo campionato regionale, cedendo il proprio titolo all’MP San Giorgio. Mentre i flegrei hanno sorvolato la Promozione grazie a Carrano e i suoi, con il titolo dell’Ercolanese. Ancora: la Sarnese è tornata in auge grazie al titolo sportivo della Polisportiva Lioni. Ne consegue che il titolo della Sarnese, in Promozione, è stato rilevato dal San Valentino Torio, che dalla Seconda Categoria arriva nel secondo campionato campano.

Andando più velocemente: l’Atletico Calcio è diventato la nuova Afragolese, mentre il Casoria, la Virtus Volla sulle carte, si è spostato a Sapri, retrocesso in Prima Categoria. Ancora: la Maddalonese è diventato il nuovo Casoria. In Promozione: il Cercola Fox è diventato Cardito, il Real Bellizzi è ora la Battipagliese, mentre il Nocera Superiore diventa Pompei Soccer. L’Ebolitana torna grazie alla Polisportiva L. Toriello. Infine l’Alvignano arriva in Promozione grazie al titolo del Ponte 98.

Insomma un gran traffico lungo le strade della Campania. Quelle calcistiche, s’intende. Uno scambio che sposta folle e presumibilmente anche soldi, ammazzando le speranze di chi vorrebbe far calcio in maniera seria. Un solo ripescaggio, uno solo, per tanti, troppi trasferimenti. C’è chi arriva nel calcio campano, chi torna, chi si ostina a continuare nonostante tutto.

Tante le richieste, altrettante le decisioni di chi preferisce cercare un titolo e saltare la fila. E’ il caso della Battipagliese, che per tempistiche e indecisione ha deciso di lasciar perdere la domanda di ammissione per optare per cambio gestione. Un movimento normale, quello di tutti questi titoli? O un allarme? Un’anomalia? Difficile dirlo puntando lo sguardo solo su una regione.

Intanto, però, la questione è delicata, e lo si può dedurre paragonando i movimenti della Puglia. Nella regione del Tavoliere, infatti, quattro società hanno deciso di tirare i remi in barca, chi per un motivo chi per un altro. Eppure i titoli non si sono spostati. No.

Quattro posti a disposizione per quattro ripescaggi. Pare forse questa l’anomalia. Chissà. Eppure così è stato. Mentre nel calcio campano, la danza austriaca perpetua di anno in anno, aspettando con ansia il periodo del ballo delle debuttanti, la fine della stagione per iniziare gli spostamenti, con ritmo forse troppo forsennato per il valzer.

Sorge una domanda, dunque: sarà il caso di porre un freno? Cambiando magari il regolamento, vincolando i titoli per qualche anno a un Comune e poi lasciare la libertà di andare eventualmente via. Ovviamente è una questione che, qualora cresca in modo esponenziale in tutte le regioni, e non solo nel calcio campano, dovrà portare ad una riflessione da parte della Lega Nazionale Dilettanti per dare, magari, nuove direttive ai Comitati sotto la loro egida