NBA: LE CONSEGUENZE DEL TRASFERIMENTO DI JAMES HARDEN AI CLIPPERS

Il 31 Ottobre 2023 alle ore 07:39 (ora italiana) Adrian Wojnarowski, il più importante insider dell’emittente televisiva americana ESPN, sgancia la bomba: James Harden è un nuovo giocatore dei Los Angeles Clippers. Arriva dai Philadelphia 76ers, in cui militava dal 10 Febbraio 2022, insieme a PJ Tucker e Filip Petrusev, in cambio di Marcus Morris, Nicolas Batum, Robert Covington, KJ Martin e varie scelte future al draft. Raggiunge così l’epilogo l’altra telenovela di mercato iniziata quest’estate, dopo quella di Damian Lillard, che aveva tenuto con il fiato sospeso milioni di appassionati.


La rottura tra “Il Barba” e la franchigia della Pennsylvania è avvenuta dopo la rimonta subita alle ultime semifinali di conference per mano dei Boston Celtics, in cui ha offerto prestazioni mediocri e discontinue, consentendo agli avversari di giocarsi un posto per le NBA Finals. Da quel momento il rapporto tra il giocatore e la squadra precipita definitivamente: richiede la trade, non partecipa al media day (giornata in cui si presenta la squadra per la nuova stagione) e arriva al training camp con giorni di ritardo decidendo, però, di non allenarsi insieme ai compagni.

Il trasferimento tanto atteso si concretizza, e l’MVP del 2018 vola in California unendosi ai Big 3: Kawhi Leonard, Paul George e Russell Westbrook. Le premesse sono a dir poco incoraggianti; quattro all-star di questo calibro in un solo roster non si vedono tutti i giorni, infatti vengono fin da subito considerati da molti opinionisti come i principali favoriti per la vittoria del titolo. Ma non è tutto oro ciò che luccica: i Clippers dopo un inizio discreto, condito da tre vittorie e due sconfitte, con l’arrivo di Harden si disuniscono completamente e perdono quattro partite di fila, mostrando una totale assenza di alchimia, pessime spaziature sul terreno di gioco e problematiche difensive non indifferenti. L’ultima sconfitta è addirittura arrivata in casa contro i disastrosi Memphis Grizzlies,  reduci da una sola vittoria su nove partite disputate. Lo stesso coach Lue ha criticato la sua squadra definendola troppo lenta in transizione e troppo pigra in difesa, mettendo ancor più in evidenza le difficoltà che stanno emergendo in questo periodo. James Harden è un fenomeno, ma da quando ha lasciato Houston non ha mai più ritrovato la forma che era riuscito a raggiungere in quella dimensione e, in tutte le esperienze successive, ha portato più grattacapi che risultati. C’è sicuramente tempo per apportare gli aggiustamenti necessari al fine di raddrizzare la situazione, ma se il buongiorno si vede dal mattino, non si prospetta nulla di buono all’orizzonte per i Clippers.

La musica è ben diversa per quanto i riguarda i 76ers, che grazie a questo scambio, hanno guadagnato profondità nel roster con giocatori di esperienza e hanno raggiunto la serenità che non si respirava da parecchio tempo all’interno dello spogliatoio. È proprio grazie a questa spensieratezza che i Philadelphia stanno dominando la lega. Fatta eccezione per la sconfitta all’esordio stagionale contro i Bucks, hanno conquistato otto vittorie consecutive e sembrano non aver intenzione di fermarsi. Un sistema che sembra oliato alla perfezione, un allenatore che in passato ha dimostrato di saper vincere ma sempre rimanendo con i piedi per terra, l’MVP in carica Joel Embiid che vuole a tutti i costi il “Larry O’Brien Trophy”, un giocatore fondamentale su entrambi i lati del campo come Tobias Harris, una stella assoluta come Tyrese Maxey ancora più valorizzato grazie all’addio di Harden (50 punti per lui nell’ultimo match contro i Pacers), e una second unit di tutto rispetto. Insomma, una squadra con la S maiuscola.
L’NBA è avvertita: occhio a Philly.

fonte foto Harden e Maxey: profilo Instagram Overtime storie a spicchi